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CONTRO IL MALAFFARE E I PARTITI ROTTA GOLLISTA VERSO UNA DEMOCRAZIA MIGLIORE

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Il solo aspetto d’interesse dei più recenti tra gli scandali di giornata è che nell’assetto attuale il decisionismo di Matteo Renzi -l’unico che esista- nulla potrà contro i cleptocrati. La lotta al duopolio Casta-imprenditoria tossica doveva essere la prima priorità del Rottamatore; non quelle che egli chiama riforme costituzionali e invece sono aggiornamenti cosmetici.

Che un anno dopo l’avvento del renzismo si venga a sapere di Incalza, di Lupi, del Rolex al figlio del ministro, della casa romana donata alla figlia di Incalza, ci dà la certezza che le tangenti -sostanza del regime- non saranno nemmeno scalfite dal Rottamatore. Se anche fosse ambizioso e inarrestabile come il Bonaparte primo console, Matteo sarebbe addomesticato oppure disarcionato dal Sistema Italia. Perché il Sistema Italia è corazzato dalla Costituzione manomorta, dallo stato di diritto, dai codici, dall’omertà dei mille parlamentari e del mezzo milione di parassiti e farabutti che vivono di politica.

Matteo Renzi, conclamato il più efficiente tra i nostri Proci nel perseguimento dei propri fini, sarà sconfitto dalle controffensive degli interessi, dalle prassi, dalla continuità, dalle Istituzioni, dalla Costituzione che è la fortezza inespugnabile del sopruso cleptocratico. Renzi ha scelto di agire entro la legalità, e la legalità è come l’inverno che trasforma in ghiaccio il mare di Barents. Bonificare lo Stato-canaglia fondato da De Gasperi-Togliatti-Nenni in combutta col malocapitale è di fatto impossibile. Nessuno riuscirà a cambiare le cose a termini di legge.

Per esempio. Occorrerebbe l’elettrochoc di cancellare tutte le pensioni d’oro e tutte le iperliquidazioni; di colpire forte le grosse eredità; più ancora, di destituire in tronco la maggior parte dei superburocrati, e poco male se alcuni di essi non meritassero appieno di espiare. Salus populi suprema lex esto dicono le Dodici Tavole; dunque ogni sacrificio sarebbe giusto. Per dirne una: non difettiamo di burocrati meno arrivati (tra l’altro più giovani e meno costosi) abbastanza sperimentati da saper rimpiazzare i destituiti. Ebbene il sistema vieta di potare, di destituire for good. Eppure la sola via per risanare la funzione pubblica sarebbe la decimazione: estromettere a sorte un funzionario su dieci (gli altri capirebbero), processarlo per i tipici reati dei funzionari, addossargli l’onere di dimostrarsi innocente, e si fotta lo Stato di diritto. Idem andrebbe fatto a carico degli appaltatori e dei faccendieri: non attendere che compiano i reati ma colpirli preventivamente, salva la possibilità di dimostrare infondata la misura punitiva.

In altre parole. Nel contesto italiano solo il Terrore, non cruento come nel 1793-94 però con garantismi zero, metterebbe in fuga le orche assassine della corruzione. Ma occorrerebbe una crisi prerivoluzionaria. Mancando questa e senza l’elettrochoc di misure draconiane il popolo resterà per sempre impotente.

Invece di farsi impressionare o condizionare dalle sciocchezze di alcune Vestali del parlamentarismo contro la deriva autoritaria e contro l’uomo solo al comando, Renzi dovrebbe attuare la deriva e, in larga misura, fare da solo o con gente in gamba sul serio. Meglio che queste cose le faccia lui, forzando al limite il quadro legale, che sfidanti estremi tipo i colonnelli greci del 1967 : essi non avrebbero altra risorsa che la violenza delle armi.

Sono incurabili i mali di questo regime. Il meno che occorra fare è smontare in grande la Costituzione e ricostruirla come fece Charles de Gaulle. Le cose hanno provato che egli non era né un oppressore né un tiranno; che spegnendo la cianotica Quarta repubblica prese la decisione giusta. Aveva sì molta tempra. Ma anche Renzi ha più tempra dei suoi pari. Non ha la legittimità storica di de Gaulle, anche se una modica quantità se l’è guadagnata. Dopo tutto de Gaulle non vantava alcuna gloria militare, non era nemmeno un generale vero.

Renzi rafforzi molto la sua energia, a fin di bene. Cerchi di configurare un gollismo giovane, conservatore in quasi niente. Faccia tesoro della lezione francese e di quella svizzera. La prima è che mortificare i partiti e il parlamento non è totalitarismo. La seconda, che introdurre la democrazia vera, quella semidiretta e, diciamo così, elettronica- come esige il nostro tempo- produrrà il Buongoverno.

Antonio Massimo Calderazzi


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